
Una mostra piccola ma interessante (al Museo Civico fino al 10 luglio), che insegna qualcosa che la maggior parte delle persone non conosce. Fuori dalla Sicilia, infatti, sono davvero pochi coloro che sanno dell’esistenza di una “Madonna d’Itria” e che cosa questo appellativo significhi. Lo si apprende, appunto, visitando la mostra, che partendo da un dipinto legato a Cremona dalla persona di Sofonisba Anguissola, conduce in un viaggio indietro nel tempo alla scoperta di questo particolare culto nato nel Mediterraneo orientale, approdato in Sicilia e rimasto praticamente circoscritto entro i confini dell’isola.
A questo si aggiunge la bella storia personale legata al quadro di Sofonisba, che consente di entrare ‘in diretta’ nella vita straordinaria di questa gentildonna pittrice, nata e cresciuta a Cremona e poi, come tanti talenti fioriti in provincia, partita per lidi lontani. Il curatore della mostra, Mario Marubbi, è bravissimo non solo a dipanare le questioni artistiche, ma anche a raccontare queste vicende, basate su dati documentali, e a farle rivivere davanti ai nostri occhi. Così vediamo Sofonisba, reduce dagli anni passati alla gran corte di Madrid come dama di compagnia della regina Isabella, diventare a sua volta signora della piccola corte di Paternò in Sicilia grazie al matrimonio col nobile Fabrizio Moncada e poi restare vedova quando il marito annega vicino all’isola di Capri durante un attacco dei pirati. In mezzo un dipinto, appunto la Madonna dell’Itria, che i due sposi avevano commissionato al pittore napoletano Diodato Guinaccia, ma nel quale Sofonisba dipinge il gruppo della Madonna col Bambino, probabilmente aiutata dal marito stesso.
Accanto al quadro restaurato una scelta di opere provenienti da musei e chiese siciliani racconta l’evoluzione di questo tema iconografico dall’icona medievale della Madonna Hodighitria, ovvero della Madonna che indica la via della salvazione additando ai fedeli il Bambino che tiene in braccio, fino allo sviluppo di un’immagine nuova in Sicilia, dove il termine Hodighitria diventa Itria e dove, quasi unicamente in Italia, la Madonna viene venerata con questo titolo.