Vai al contenuto

I Lions Vescovato per due culture

Salvatore Belluardo, Adriano Vaia e Piera Federici

Nei giorni scorsi, nella loro sede presso il ristorante Il Mappamondo di Vescovato, il Lions club di Vescovato ha ospitato Salvatore Belluardo dell’associazione Passo dopo Passo e la professoressa Piera Federici, responsabile del progetto di rete scolastica Namastè una rete per il Nepal. Salvatore Belluardo, vigile del fuoco cremonese con una passione per le arrampicate in alta montagna, si sta dedicando da sette anni alla ricostruzione, alla organizzazione logistica e didattica e al sostegno alimentare di una scuola primaria e secondaria situata a 1300 metri di altezza e a circa 40 km da Kathmandù. Nel corso della serata Salvatore (detto Tore) ha avuto modo di illustrare con foto e video le diverse fasi della ricostruzione, partendo da ciò che aveva trovato subito dopo il terremoto del 2015, fino all’ultima visita dello scorso mese di febbraio, con risultati a dir poco straordinari. Soprattutto, ha raccontato in modo franco dell’esperienza che ha maturato sul campo e delle priorità da rispettare quando si interviene con iniziative di solidarietà in paesi lontani dal nostro, non solo dal punto di vista geografico. 

La professoressa Piera Federici ha invece raccontato di come l’illustrazione da parte di Belluardo di questa esperienza nepalese nelle scuole del comprensorio di Vescovato, consenta ai nostri alunni di toccare con mano il valore della solidarietà e, nel contempo, di riflettere sulla immensa fortuna che hanno (e che noi tutti abbiamo) nell’essere nati e cresciuti in un Paese come l’Italia. Il Lions Club di Vescovato ha deciso di sostenere gli sforzi della associazione Passo dopo Passo, garantendo la copertura dei costi alimentari dei 140 bambini nepalesi per due mesi. Nel corso di un consiglio direttivo che ha preceduto la serata, il Club ha anche deliberato di partecipare con una donazione alla Fondazione Lions Clubs International per aiutare i rifugiati in fuga dalla guerra in Ucraina. Situazioni come queste obbligano a stringersi in un abbraccio a chi è più sfortunato di noi.