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La marcia su Roma inizia a Cremona

Successo per la presentazione del libro «Cremona 1922, l’anno nero», una pubblicazione che ripercorre l’avvento del fascismo, soprattutto documentando le vicende cremonesi.

La serata è stata introdotta da Paolo Carletti, presidente del Consiglio comunale, ed erano presenti due dei tre autori, Paolo Magnani, che ha curato i capitoli nei quali si descrive la situazione economica e sociale della città, e lo stesso Stumpo che ha trattato i fatti cremonesi, soprattutto quelli compresi tra il 27 e il 31 ottobre del 1922, quelli della marcia su Roma, «che nella capitale non c’è mai stata, mentre c’è stata, con morti e feriti a Cremona» ha sostenuto il presidente. Assente, per una leggera indisposizione, il terzo autore, Gianpiero Goffi, che nella pubblicazione ha analizzato i rapporti tra Chiesa e fascismo.

Carletti presentando il libro ha ripercorso le vicende politiche precedenti alla marcia: la vittoria socialista, la città che pian piano sta cambiando, le nuove forme di assistenza e di partecipazione e dunque la reazione della borghesia, che arma i fascisti  che seminano il terrore, occupano il Comune e fanno sciogliere decine di consigli comunali democraticamente eletti. Carletti però non ha tralasciato di spiegare gli errori delle sinistra dell’epoca, i toni accesi, le minacce neppure tanto velate alla borghesia e agli agrari «che hanno avuto l’effetto di spaventare e provocare una sanguinosa reazione».

Paolo Magnani ha fotografato la situazione, dal punto di vista demografico, sociale ed economico, «la città non si chiamava solo Cremona, ma Cremona ed Uniti, perché era stato incorporato il comune di Due Miglia, che porta in dote 14 mila nuovi abitanti, portando la popolazione a 59 mila residenti, quarta in Lombardia, con le donne che superano gli uomini. Il settore trainante è l’industria con 15 mila addetti, seguito da quello agricolo con 5000 lavoratori. In città operavano ben cinque industrie ceramiche».

Stumpo ha letto la relazione per conto di Goffi, con la quale si mette in risalto il rapporto difficile e problematico tra il vescovo Cazzani e Farinacci e descrive il vescovo come un ‘afascista’.

A raccontare i fatti e le circostanze che hanno portato il fascismo al potere ci ha pensato Stumpo, sostenendo che «la vera marcia è stata a Cremona, e non a Roma, dove i fascisti il 31 ottobre fanno solo una parata sotto il Quirinale». Il presidente Adafa ha descritto gli assalti fascisti alle istituzioni e soprattutto l’attacco alla prefettura «quando lo Stato non aveva ancora abdicato e i soldati sparano sui fascisti provocando morti e feriti, ma tra il 28 e il 29 ottobre le cose cambiano, il clima di smobilitazione romana si fa sentire fino a Cremona e Farinacci, che alla marcia su Roma non è mai andato, diventa signore della città».

Fulvio Stumpo, Paolo Carletti, Paolo Magnani e la copertina del libro edito dall’Adafa. In basso il pubblico che ha affollato il salone del Caminetto nella sede di Casa Sperlari.