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Roberto Bedani “Amarcord”
tra scuola e ricordi

La profonda sensibilità estetica e la tecnica sapiente nel maneggiare colori e materiali di Roberto Bedani affondano le radici nel suo vissuto famigliare e nella frequentazione in età giovanile di corsi di disegno, grafica pubblicitaria ed incisione presso la storica associazione “Leonardo” e in altre realtà artistico-educative presenti sul territorio cremonese. E’ questa un’esperienza che gli permette di affinare sempre più la sua innata passione per la pittura, trovando poi nell’atelier di via Levi il luogo privilegiato in cui sperimentare e creare sempre nuove immagini, di notevole impatto coloristico e intima, delicata poesia. Molto attiva la sua partecipazione nel mondo artistico cremonese e nazionale con esposizioni collettive e mostre personali, tra cui si annoverano le recenti “Momenti e personaggi”, “Ricordi..?” e “Amarcord”. Tra i vari riconoscimenti di questo artista, nato a Cremona dove tuttora risiede, si annoverano il titolo di membro accademico dell’Accademia Tiberina e dell’Accademia Guglielmo Marconi, entrambe a Roma.

Maestro, lei ha definito il suo percorso artistico come sintesi di “momenti” in continua evoluzione

 “Lo confesso. La mia è una pittura che possiamo definire di “momenti”, in quanto va dal paesaggio padano alla figura umana, dal ciclo delle cattedrali a quello delle stazioni urbane. In particolare l’idea di trattare il tema della stazione nasce da un’esperienza infantile che ha lasciato nel mio inconscio una traccia profonda: vivevo allora nei pressi di un passaggio a livello e l’arrivo dei treni era sempre per noi bambini una grande festa. Il treno ci faceva sognare luoghi lontani e favolosi e quando rallentava ci scambiavamo saluti con i passeggeri. Insomma, il rito del saluto costituiva un momento di forte aggregazione che ho poi trasferito in immagini pittoriche”.

Quali sono la sua poetica e le tecniche adottate?

“Uso prevalentemente l’olio su tavola. Stendo i colori con passate spatolate, che poi rifinisco col pennello per creare una pittura aerea, soffusa. Paesaggi, oggetti e persone, quest’ultime spesso figurette appena accennate, emergono in un’atmosfera che tende al surreale, quasi imbozzolate in un contesto temporale e spaziale prevalentemente carico di oscurità e che trascende i limiti della realtà fenomenica”.

Perché questa predilezione per l’oscurità?

“Perché le atmosfere umbratili mi danno l’idea di un involucro protettivo, una sorta di nido sicuro in cui poter racchiudere e serbare tutto il mio mondo di emozioni, stati d’animo, impressioni, ricordi dell’infanzia. Nella mia pittura a ogni emozione o sensazione corrisponde un’analoga forma-colore. 

I maestri a cui ha fatto riferimento

“Sicuramente, per i cremonesi, Sereno Cordani, Sergio Tarquinio ed Ezio Pastorio. Ma c’è anche un riferimento ai Futuristi, ad esempio a Umberto Boccioni per il tema delle stazioni urbane come metafora della vita della città moderna”.

Quali le prospettive future?

“Sto pensando di sviscerare i momenti più drammatici di queste guerre attuali, da quella in Ucraina alle tante altre sparse nel mondo. Mi interessa particolarmente il tema legato alla distruzione/disgregazione di edifici e infrastrutture nei luoghi colpiti dalla guerra e dalle devastazioni. Anche in questo caso opterò per colori e tonalità scure, dalle varie sfumature del grigio ai neri, proprio per creare l’immagine della desolazione che evocano questi relitti della civiltà  tecnologica, attraverso la sintesi tra la percezione ottica e ciò che questa fa affiorare alla nostra memoria”.

L’artista Roberto Bedani. Sotto Alcune delle sue opere.